mercoledì 29 maggio 2013

50 ANNI FA: ICH BIN EIN BERLINER

50 anni fa, il 26 giugno 1963, pochi mesi prima di essere assassinato a Dallas, John Fitzgerald Kennedy, durante una sua visita ufficiale a Berlino ovest, per sottolineare la vicinanza degli Stati Uniti a quella città, e a tutta la Germania Occidentale, dopo la costruzione del Muro da parte della Germania Est, pronunciò una frase rimasta poi leggendaria: 
"Ich bin ein Berliner"
 ("Io sono un berlinese").

eccovi un passo del discorso da cui è tratta questa frase.

Duemila anni fa, duemila anni fa, il vanto più grande era poter dire ‘civis Romanus sum’. Oggi, nel mondo libero, il vanto più grande è dire ‘Ich bin ein Berliner’.
Ci sono molte persone nel mondo che non riescono a capire, o dicono di non riuscirci, quale sia la grossa differenza tra il mondo libero e il mondo comunista.
La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma non abbiamo mai dovuto alzare un muro per tenere dentro la nostra gente – per evitare che ci lascino. Voglio dire, a nome dei miei compatrioti che vivono a molte miglia di distanza sull’ altro lato dell’ Atlantico, a una grande distanza da voi, che sono orgogliosi di aver potuto condividere con voi, sebbene a distanza, la storia degli ultimi 18 anni. Io non ho notizia di nessuna città, nessun paese che sia stato assediato per diciotto anni e sopravviva con vitalità, forza e speranza.
Mentre il muro è la più ovvia e vivida dimostrazione del fallimento del sistema comunista – visibile a tutto il mondo – noi non ne traiamo alcuna soddisfazione; per quello che rappresenta, come ha detto il vostro Sindaco, cioè un’ offesa non solo alla storia, ma un’ offesa all’ umanità, separando e dividendo un popolo che vorrebbe essere unito [...]
La libertà è indivisibile, e se un solo uomo è schiavo, tutti non sono liberi. Quando tutti saranno liberi allora potremo guardare verso il giorno in cui questa città sarà unita e starà in pace con questa nazione e con il grande continente dell’ Europa.
Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino.
E per questo, come uomo libero, sono orgoglioso di dire “Ich bin ein Berliner”.

LABORATORIO.. PARTE A - la Guerra Fredda in Europa
- cerca sul tuo libro di storia informazioni relative alla GUERRA FREDDA  ed alla costruzione del muro di Berlino
- integralo con notizie tratte dal materiale che ti ha fornito la Prof. in classe
- a casa cerca notizie sul Checkpoint Charlie
- cerca notizie su Conrad Schumann e prova a spiegare l'importanza simbolica di questa immagine

 - concludi la tua ricerca cercando sul tuo libro di testo informazioni relative alla caduta del muro di Berlino (costruisci una mappa concettuale) cerca poi notizie su Ronald Regan e Mikhail Gorbachev.
- chiedi ai tuoi genitori cosa ricordano del giorno in cui cadde il muro.

LABORATORIO... PARTE B - La Guerra Fredda oltre Oceano
- cerca sul tuo libro di storia le informazioni relative alla crisi di Cuba e riassumile in una mappa concettuale.
- integralo con ciò che è presente sul tuo libro di geografia
- cerca notizie sulla vita di J.F.K e su quella di Fidel Castro 


 


lunedì 6 maggio 2013

compito di geografia.. Buon Lavoro!

rifletteteci su..  rispondete alle domande e leggete i documenti..
Attenzione! per alcune risposte credo che dovrete fare piccole indagini in rete!


Quali sono le missioni di Pace italiane in Asia?

 


ARTICOLO TRATTO DA "IL MONDO"/ esteri /04 Maggio 2013

Afghanistan/ Il ministro Mauro a Herat: "La libertà ha un prezzo"Visita al contingente italiano: onore ai soldati italiani

 Roma, 4 mag. 

Il neo ministro della Difesa, Mario Mauro, ha visitato oggi il contingente italiano di stanza in Afghanistan. Il ministro è stato accolto a Herat dai nostri soldati con l'inno di Mameli.
Mauro ha ringraziato pubblicamente i militari italiani, quindi ha ricordato l'importanza delle missioni all'estero, in un'ottica che non è solo regionale.
"La libertà - ha detto Mauro - è il valore più grande, questo è un dato dell'esperienza di tutti. Questo grande valore rende possibile che la pace e lo sviluppo non siano condizioni che vengono dettate da regimi, ma che fioriscano sotto l'operato dei governi. Proprio perché la libertà è un valore, la libertà ha un prezzo e questo prezzo viene difeso ogni giorno, tutti i giorni, a ogni ora del giorno, da uomini che accettano di dare la propria vita per questo valore. E noi oggi siamo qui per rendere onore a
questi uomini".

Domande:

La carta seguente mostra la divisione del territorio Afghano in base alla dislocazione delle truppe internazionali. Qual è la regione Afghana in cui sono stanziati gli italiani? Cos'è l'ISAF? 

Aiutandoti con i tuoi appunti e con ciò che ricordi del documentario che hai visto in classe descrivi brevemente le caratteristiche fisiche della regione Afghana in cui sono stanziati gli italiani.




(Le carte sono tratte da www.temi.repubblica.it)
Il seguente articolo è tratto da http://temi.repubblica.it/limes/rischio-herat/956


La regione di Herat è di interesse speciale per noi. Il problema della coltivazione di papaveri da oppio e le vie del traffico di droga. I recenti atti di guerra.

"Di speciale interesse per noi è la regione di Herat, dove abbiamo il Prt (Provincial Reconstruction Team) e siamo responsabili delle quattro province della regione Ovest.
Siamo ai limiti della presenza pashtun, molto rarefatta. Ma la provincia di Farah confina con le zone più dure della resistenza pashtun che ha ridotto spesso il dispositivo Nato in condizioni di emergenza. Inoltre questo territorio è attraversato da importanti corridoi della droga diretti verso l’Iran.
Il problema maggiore è rappresentato dalla nuova base che gli Usa hanno realizzato a nord-ovest a 45 km dalla frontiera iraniana, certamente in funzione più antiraniana che antitalibana, visto che in questa zona essi non dispongono di importanti retroterra. La base è posizionata in modo da controllare anche l’asse che collega Herat con l’importante centro gasifero di Mary in Turkmenistan. Su questo asse viaggia la ferrovia che garantisce i nostri rifornimenti, in parte assicurati anche via aria grazie ai corridoi aerei concessi dagli iraniani.
 Nel caso di una guerra «preventiva» Usa-Iran, le nostre truppe si troverebbero in una delle aree più esposte alle rappresaglie dei pasdaran lungo tutto il confine di 630 chilometri che la regione di Herat divide con l’Iran. Già la frontiera è resa calda dal clima di guerriglia aperto dal movimento ipersunnitadi esportazione Jundullah, che dal Balucistan pachistano attacca obiettivi pasdaran nel Baluchistan iraniano."[...]
citazione all'articolo "Per non perdere in Afghanistan" di Margherita Paolini del volume di Limes 3/2007 "Mai dire Guerra" da cui è tratta la carta.

Domande:

Quali sono le motivazioni della missione italiana in Afghanistan?

chi sono i Pashtun?   e i pasdaran? Cos’è il Baluchistan?

Quali sono le criticità della regione Afghana affidata agli italiani?

Cosa ti è rimasto particolarmente impresso del documentario "Buongiorno Afghanistan?"

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